
Premi UBU 2023: Leonardo Lidi candidato finalista per la migliore regia con lo spettacolo Zio Vanja
28.11.2023
Sono state annunciate lunedì 27 novembre, in diretta su Radio Tre, le nomination ai Premi Ubu 2023, il riconoscimento più importante nell’ambito teatrale in Italia. Leonardo Lidi è tra i candidati finalisti nella categoria Miglior regia con lo spettacolo Zio Vanja, la seconda tappa del progetto Čechov prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Spoleto Festival dei Due Mondi. La cerimonia di premiazione si terrà lunedì 18 dicembre presso il Teatro Arena del Sole di Bologna.
Zio Vanja andrà in scena al Teatro Morlacchi di Perugia da mercoledì 29 novembre a domenica 3 dicembre; gli attori: Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani e Giuliana Vigogna.
“Tre case, o forse la stessa, tre famiglie, o forse la stessa, e l’amore che soppianta il lavoro: questa strana famiglia cantata da Čechov ha la faccia di Gaber.” – dice il regista – “La sua maschera irriverente. O meglio ancora di Freak Antoni. Che sia stonata e sgrammaticata. Sconfitta dai propri fantasmi. Se nel Gabbiano sprecavamo carta e tempo nel ragionare sulla forma più corretta con il quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, e ci bastava una panchina per tormentarci dei dolori del cuore, in Zio Vanja l’arte è relegata a concetto museale, roba da opuscoli aristocratici, uno sterile intellettualismo che non pensa più al suo popolo, che annoia la passione e permette agli incapaci di vivere di teatro”.
Dopo gli spettacoli La città morta di D’Annunzio, presentato alla Biennale Venezia 2020, e La signorina Giulia di Strindberg, che ha debuttato al Festival di Spoleto nel 2021, la collaborazione tra il regista Leonardo Lidi e il Teatro Stabile dell’Umbria prosegue nel 2022 con la trilogia dedicata al drammaturgo russo (iniziata con Il gabbiano e che si concluderà con Il giardino dei ciliegi nel 2024). Lidi torna così al senso più profondo del teatro, cogliendo la semplicità nella sua forza narrativa. Scegliendo uno spazio. Scegliendo l’empatia, l’amore e il dolore che comporta questa opzione, ma soprattutto scegliendo gli attori come forma d’arte e come pietra preziosa da difendere nel teatro italiano del nostro tempo.
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