Ulisse – una peripezia maschile
liberamente tratto da “Amori Ridicoli” di Milan Kundera
DURATA 1 ora e 15 minuti
Nessuna Odissea, non quella di Omero, certamente. Questo Ulisse che emerge dalla rielaborazione della penna di Kundera è l’epitome dell’esploratore del desiderio: un medico cecoslovacco (così somigliante a Tomas, protagonista de L’insostenibile leggerezza dell’essere, da sembrarne il bozzetto preparatorio) che ha trascorso la vita ad ascoltare il canto delle sirene e a propagare la sua leggenda personale: colui che prende tutto, come Dio. A noi sta di incontrarlo, però, in una fase avanzata del suo percorso, non sconfitto ma di certo traballante, come incagliato per la prima volta.
Cosa è accaduto al dottor Havel? È, propriamente, accaduto qualcosa. Una fibrillazione (fisica? Psichica? Simbolica?) che ha destabilizzato un leggendario tombeur de femmes al punto da renderlo bisognoso di un consulto: è ora di rimettere insieme i pezzi con l’aiuto di una professionista. Ma dove è venuto a cercare risposte? A cosa somiglia questo studio psicanalitico della dottoressa Pappenheim dove verrà ricevuto? Una clinica immersa nel verde, un convegno di fantasmi o una della mente? Allo spettatore stabilirlo, tanto che il percorso d’analisi mette in scena (è proprio il caso di dirlo, come nel più classico degli psicodrammi) tre fatali episodi: un simposio di medici sfaccendati che giocano all’eterno passatempo della prepotenza, una vedova disperata per la liquidazione della tomba del marito che vaga inebetita fino a incontrare un vecchio amico e il soggiorno di Havel in una modesta località termale in cerca di avventuroso scompiglio.
Una Peripezia maschile, dunque, nel tempo (il nostro) dello scadimento e della ribellione (nonostante le recrudescenze) di ogni potere fallico. Una commedia disturbante nel pieno stile della Mitteleuropa che, prendendo spunto dalla prima raccolta di racconti di Kundera (Amori Ridicoli, 1970) invita a ridere della fragile brutalità del maschio e della brutale fragilità dell’uomo.
con Giordano Agrusta, Stella Bastianelli, Francesco Bolo Rossini, Gabriele Furnari Falanga, Caterina Fiocchetti, Chiara Mancini, Alice Scaglia, Davide Tassi
regia e adattamento a cura di Samuele Chiovoloni
con la collaborazione di Francesca Caprai e Claudia Rossetti
produzione Associazione Culturale Argo e Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi