Tamam Shud

Tamam Shud

di e con Alex Cecchetti


Un uomo è stato ritrovato morto, la sua identità sconosciuta. Nulla può essere utilizzato per l’identificazione. Le etichette dei vestiti, le impronte digitali, il numero di scarpe sono stati accuratamente scuciti, cancellati, lavati, sbiancati, e consegnati all’oblio. Il suo unico legame con il mondo, un piccolo pezzo di carta nascosto in una tasca segreta cucita nei pantaloni. Su quel fragile supporto le ultime parole di una poesia persiana: Tamam Shud. Questa è la fine.
Quel cadavere d’un tratto si alza, e vaga nel luogo del suo ritrovamento cercando di ricordare le cause della propria morte, ricostruire i suoi ricordi, ritrovare la sua identità perduta. Di se stesso dirà che “Nulla è oggi più osceno di un uomo dal quale non si possono ricavare informazioni”.
Lo spettacolo è inspirato dalla vera storia del Mistero di Somerton Beach. Nel 1948, sullo scenario della guerra fredda e dello spionaggio internazionale, un cadavere, viene ritrovato in una spiaggia nel sud dell’Australia. A tutt’oggi restano sconosciute le cause che hanno portato al decesso e l’identità della vittima. Un caso di omicidio che resta ancora irrisolto, e che ha portato piu volte gli investigatori sulle tracce del libro di poesie di Omar Khayyam, il Rubaiyat. Una sorta di sublime carpe diem tra alcol, donne e argilla che secondo molti studiosi nasconde un messaggio spirituale segreto. Dopo anni di distanza dal ritrovamento, in una tasca segreta cucita all’interno dei pantaloni, gli investigatori hanno recuperato un pezzo di carta strappato dalle pagine di un libro, sul foglio la scritta Tamam Shud, le ulitme due parole con cui termina il Rubaiyat.
Senza essere una ricostruzione dell’evento dal quale prende ispirazione, il Tamam Shud di Alex Cecchetti tenta di ricostruire la biografia di un intera generazione, una generazione nata sotto le promesse di diverse utopie di rinnovamento sociale e che ora è in ostaggio e sfruttata dal marketing e dall’informazione. In un epoca dove ogni biografia è una ricca miniera di informazioni che vengono messe a disposizione del mercato, morire senza lasciare traccia è forse l’atto di più alta resistenza.
Nelle antiche pergamene funerarie egizie si dice che, per ricordare la propria vita nel regno dei morti, è necessario un incantesimo specifico. Colui che non conosce questo incantesimo è maledetto a vagare in eterno tra la vita e la morte, senza sapere chi fosse in vita e perduto tra le rive del fiume sotterraneo dei morti. Come ci si sente a risvegliarsi nell’ignoto regno dei senza memoria con solo un libro di poesia a farci da guida?


La Locandina

performers Alex Cecchetti + Contralto + Controtenore
musiche tratte da Allegri, Landini, Purcelli, Gershwin

produzione Teatro Stabile dell’Umbria

Info

DURATA 2 ore






Stagioni precedenti

— Teatro Morlacchi - Perugia, Mar 24 Mag