Medea

Medea

di Franz Grillparzer


Annamaria Guarnieri, attrice storica del Teatro Stabile dell’Umbria, e Ninni Bruschetta, giovane e promettente regista che per lo Stabile ha già diretto con successo “Che farai, fra’ Jacopone?”, affrontano insieme Medea, la madre che uccide i propri figli. Questo personaggio nella lunga storia del mito e in quella delle letterature occidentali, da Euripide a Seneca, da Pasolini ad Heiner Muller, ha rappresentato sempre la potenza femminile estrema, portatrice di un potere quasi sovrannaturale e testimone di un’alterità senza mediazioni, semidea con licenza di vita e di morte, uscita dal fondo delle più oscure patologie della fantasia maschile.
Franz Grillparzer il più importante drammaturgo austriaco della Restaurazione, spoglia Medea dei tratti più eroici del mito e la rende più ricca di sottili e moderne motivazioni interiori, più debole e apparentemente inerte nel suo confronto con il maschile.
Ma quando la sua integrazione nella civiltà greca si rivela impossibile, anche la Medea di Grillparzer ritrova la potenza del mito nell’atto estremo della sofferenza e della ribellione: uccidendo i propri figli si riappropria della loro vita e della loro nascita, proclama la propria estraneità al mondo greco e si sottrae in maniera radicale e terribile alla logica del possesso e della conquista, simbolo inquietante da un lato della differenza e irriducibilità tra culture diverse, dall’altro della potenza oscura della passione che tutto vanifica e distrugge, compresi i valori più sacri della famiglia, della vita e della stessa passione d’amore.


La Locandina

regia di Ninni Bruschetta
con Annamaria Guarnieri, Patrizia Zappa Mulas, Paolo Cappuccio, Federigo Ceci, Ilaria Falini, Ciro Masella, Giovanni Moschella, Agnese Nano, Totò Onnis, Daria Panettieri, Massimo Salari
regista collaboratore Giovanni Boncoddo
scene di Mariella Bellantone
costumi di Gabriela Eleonori

luci di Alberto Roccheggiani
musiche originali dei Dounia (Giovanni Arena, Vincenzo Gangi, Riccardo Gerbino, Faisal Taher)
direttore dell’allestimento Pietro Pagnanelli Teatro Stabile dell’Umbria

Info

regia di Ninni Bruschetta
con Annamaria Guarnieri, Patrizia Zappa Mulas, Paolo Cappuccio, Federigo Ceci, Ilaria Falini, Ciro Masella, Giovanni Moschella, Agnese Nano, Totò Onnis, Daria Panettieri, Massimo Salari
regista collaboratore Giovanni Boncoddo
scene di Mariella Bellantone
costumi di Gabriela Eleonori
luci di Alberto Roccheggiani
musiche originali dei Dounia (Giovanni Arena, Vincenzo Gangi, Riccardo Gerbino, Faisal Taher)
direttore dell’allestimento Pietro Pagnanelli

Teatro Stabile dell'Umbria


Annamaria Guarnieri, attrice storica del Teatro Stabile dell’Umbria, e Ninni Bruschetta, giovane e promettente regista che per lo Stabile ha già diretto con successo “Che farai, fra’ Jacopone?”, affrontano insieme Medea, la madre che uccide i propri figli. Questo personaggio nella lunga storia del mito e in quella delle letterature occidentali, da Euripide a Seneca, da Pasolini ad Heiner Muller, ha rappresentato sempre la potenza femminile estrema, portatrice di un potere quasi sovrannaturale e testimone di un’alterità senza mediazioni, semidea con licenza di vita e di morte, uscita dal fondo delle più oscure patologie della fantasia maschile.
Franz Grillparzer il più importante drammaturgo austriaco della Restaurazione, spoglia Medea dei tratti più eroici del mito e la rende più ricca di sottili e moderne motivazioni interiori, più debole e apparentemente inerte nel suo confronto con il maschile.
Ma quando la sua integrazione nella civiltà greca si rivela impossibile, anche la Medea di Grillparzer ritrova la potenza del mito nell’atto estremo della sofferenza e della ribellione: uccidendo i propri figli si riappropria della loro vita e della loro nascita, proclama la propria estraneità al mondo greco e si sottrae in maniera radicale e terribile alla logica del possesso e della conquista, simbolo inquietante da un lato della differenza e irriducibilità tra culture diverse, dall’altro della potenza oscura della passione che tutto vanifica e distrugge, compresi i valori più sacri della famiglia, della vita e della stessa passione d’amore.





Stagioni precedenti

— Teatro Comunale Gubbio, Mar 9 Gen