Malacorte
Una situazione sospesa, indefinita, un trasformismo che diventa frustrazione, affanno, una corte confusa, malamente votata allo svago. Lo sforzo privo di sbocchi di giocare al teatro. Il tempo sembra fermo, il luogo chiuso, l’altrove impossibile. Tre superstiti: il Re blasfemo che si sostituisce a Dio, il potente che si proclama più forte di Dio, Re-Dio di se stesso, libero dal mondo e dagli uomini, in un tempo di devozione e bestemmia; il Ministro tormentato da se stesso, in un’affannata corsa al travestimento, il gioco come memoria nostalgica, un passatempo reiterato, tra vestiti fastosi e consunti di un glorioso passato; il Cuoco assorto nei propri pastrocchi, intento a cucinare senza sosta quel tanto che rimane da mangiare, ovvero niente. Malacorte come nosocomio fatiscente del potere, una corte caduta in disgrazia, un grottesco gioco al massacro; ai tre, una volta liberatisi del popolo, dei sudditi, dopo averli diseredati e affamati, non rimane che chiudersi tra quattro mura a sopravvivere, a tirare a campare, fino ad esaurimento scorte.
La Locandina
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con Michele Bandini, Emiliano Pergolari e Claudio Bilotta
creazione ed elaborazione suoni Michele Branca
tecnico del suono e delle luci Mirco Duvalloni
supporto tecnico e organizzativo Francesco Ferri
produzioneTeatro Stabile dell’Umbria
con il supporto di Armunia, Comune di Foligno, Comune di Trevi
vincitore di Nuove Creatività
progetto sostenuto da ETI Ente Teatrale Italiano