La ragione degli altri

La ragione
degli altri

di Luigi Pirandello


La vicenda si incentra su un triangolo di atmosfera tardo-ottocentesca: un marito, Leonardo, si divide fra la moglie, Livia, dalla quale non ha avuto figli, e l’amante, Elena, dalla quale invece ha avuto una bambina. Il tutto produce tensioni, conflitti e bugie fino alla scena finale, un intenso, drammatico dialogo-scontro fra le due donne. La grandezza e l’attualità di quest’opera non risiedono tuttavia nella storia di per sè, ma nei temi che affronta e nel come li affronta, un «come» che lascia già intravedere il Pirandello delle grandi opere future. Fulcro dell’opera, infatti, non è l’uomo, ma la donna, il femminile, la maternità. Lo scontro fra le due donne mira ad ottenere non il possesso di Leonardo, ma quello della bambina. Come annota Roberto Alonge nel programma di sala dello spettacolo, siamo «nel pieno di quel sistema maternocentrico che domina incontrastato l’universo pirandelliano». Tutto questo, naturalmente, ad una lettura più approfondita. Quella lettura che ha fatto Massimo Castri, il quale ha lavorato proprio su queste tematiche per evidenziarle, per arrivare al nocciolo, per svelare l’intensità di quest’opera, un’intensità ben maggiore, ben più forte e vigorosa di quanto potesse apparire a prima vista. Spiega lo stesso Castri: «Questo testo molto fragile si rivelava essere… come una specie di tronco di legno dentro al quale si intravedeva già, con gran precisione, il delinearsi di una scultura: bastava sgrossare, togliere dal tronco appunto tutte le deformità, le grossezze del legno per trovarvi dentro un nocciolo già formato, molto delineato, forte e interessante…».


La Locandina

regia di Massimo Castri
con Delia Boccardo (dall’edizione 1997/98 sostituita da Paola Mannoni), Annamaria Guarnieri, Franco Mezzera (dall’edizione 1998/99 sostituito da Gianni Mantesi), Luciano Virgilio
scene e costumi di Maurizio Balò
luci di Sergio Rossi
direttore dell’allestimento Pietro Pagnanelli
aiuto regista Cecilia Filipazzi,

assistente alla regia Ciro Masella
assistente scene e costumi Davide Amadei Teatro Stabile dell’Umbria

Info

regia di Massimo Castri
con Delia Boccardo (dall’edizione 1997/98 sostituita da Paola Mannoni), Annamaria Guarnieri, Franco Mezzera (dall’edizione 1998/99 sostituito da Gianni Mantesi), Luciano Virgilio
scene e costumi di Maurizio Balò
luci di Sergio Rossi
direttore dell’allestimento Pietro Pagnanelli
aiuto regista Cecilia Filipazzi,
assistente alla regia Ciro Masella
assistente scene e costumi Davide Amadei

Teatro Stabile dell’Umbria


La vicenda si incentra su un triangolo di atmosfera tardo-ottocentesca: un marito, Leonardo, si divide fra la moglie, Livia, dalla quale non ha avuto figli, e l’amante, Elena, dalla quale invece ha avuto una bambina. Il tutto produce tensioni, conflitti e bugie fino alla scena finale, un intenso, drammatico dialogo-scontro fra le due donne. La grandezza e l’attualità di quest’opera non risiedono tuttavia nella storia di per sè, ma nei temi che affronta e nel come li affronta, un «come» che lascia già intravedere il Pirandello delle grandi opere future. Fulcro dell’opera, infatti, non è l’uomo, ma la donna, il femminile, la maternità. Lo scontro fra le due donne mira ad ottenere non il possesso di Leonardo, ma quello della bambina. Come annota Roberto Alonge nel programma di sala dello spettacolo, siamo «nel pieno di quel sistema maternocentrico che domina incontrastato l’universo pirandelliano». Tutto questo, naturalmente, ad una lettura più approfondita. Quella lettura che ha fatto Massimo Castri, il quale ha lavorato proprio su queste tematiche per evidenziarle, per arrivare al nocciolo, per svelare l’intensità di quest’opera, un’intensità ben maggiore, ben più forte e vigorosa di quanto potesse apparire a prima vista. Spiega lo stesso Castri: «Questo testo molto fragile si rivelava essere… come una specie di tronco di legno dentro al quale si intravedeva già, con gran precisione, il delinearsi di una scultura: bastava sgrossare, togliere dal tronco appunto tutte le deformità, le grossezze del legno per trovarvi dentro un nocciolo già formato, molto delineato, forte e interessante…».





Stagioni precedenti

— Gubbio, Teatro Comunale, Mar 14 Gen