La lunga vita di
Marianna Ucrìa
dal romanzo di Dacia Maraini
DURATA 1 ora e 10 minuti
Fin dalle sue prime pagine il romanzo di Dacia Maraini, vincitore nel 1990 del Premio Campiello, immerge il lettore nel clima cupo e pieno di contraddizioni della Sicilia del Settecento. Mentre in Europa trionfa il Secolo dei Lumi, a Palermo, in un tempo scandito da impiccagioni, autodafé, matrimoni d’interesse e monacazioni, si consuma la vicenda di Marianna, della nobile famiglia degli Ucrìa.
“Sposare, figliare, fare sposare le figlie, farle figliare, e fare in modo che le figlie sposate facciano figliare le loro figlie che a loro volta si sposino e figlino…”, è questo il motto della discendenza Ucrìa, che in questo modo è riuscita a imparentarsi per via femminile con le più grandi famiglie palermitane. Marianna, costretta ad andare in sposa a soli tredici anni a suo zio, investita “con rimproveri e proverbi” quando osa sottrarsi al suo ruolo di moglie, sembra all’inizio destinata alla medesima sorte. Lei è però diversa, sordomuta, ma proprio da questa menomazione trarrà la forza per elevarsi al di sopra della chiusura e della meschinità che la circonda.
“C’è Raffaella Azim che questa storia la racconta… pensandola, come la pensasse, stravolgendola con gli accenti più diversi, rendendola rabbiosamente espressiva, fino a disegnare un quadro dolorosamente espressionista.”
Franco Cordelli, Corriere della Sera
adattamento Daniela Ardini e Raffaella Azim
con Raffaella Azim e Francesca Conte
tecnico audio Luca Nasciuti
luci Carlo Pediani
scene Giorgio Panni, Giacomo Rigalza
regia Daniela Ardini
produzione Lunaria Teatro
si ringrazia Luigi Piccolo (Sartoria Farani) per i costumi
Stagioni precedenti
— Teatro Don Bosco - Gualdo Tadino, Mer 6 Mar
— Teatro Don Bosco - Gualdo Tadino, Mar 17 Mar