La cagnotte

La
cagnotte

di Eugenee Labiche


“Labiche infrange quelle regole, risalenti per vie più o meno spurie alle tre unità pseudoaristoteliche, della ‘pièce bien faite’, le quali vogliono che, una volta impostata l’azione con un certo numero di personaggi, non si faccia più ricorso né a personaggi nuovi né a situazioni che non fossero implicite in quella posta come punto di partenza. Con Labiche invece i personaggi nascono come funghi, e quando non sono personaggi, sono situazioni, addentellati, complicazioni. In alcuni casi, come nella ‘Cagnotte’, sono ambienti, con l’inevitabile contorno di tipi: infatti nel primo atto di questa commedia, eccoci in un salotto borghese di provincia, nel secondo in un ristorante parigino, nel terzo in un commissariato di polizia, nel quarto nei locali d’un’agenzia matrimoniale, nel quinto in una strada popolare dove c’è un edificio in costruzione. Una simile mobilità fa pensare, più che non a Shakespeare, alla rivista. Ne deriva che le commedie di Labiche hanno un moto vertiginoso. E anche le soluzioni, per quanto facili, per quanto miracolistiche, grazie alla futilità del tema fondamentale e alla perfetta orologeria del meccanismo dei nessi, non danno mai l’impressione di forzato, di voluto, come spesso accade nelle commedie a intrigo. Sono una ennesima piroetta”. (Dall’introduzione di Gian Renzo Morteo al testo pubblicato da Einaudi)


La Locandina

versione italiana di Walter Pagliaro
regia di Walter Pagliaro
con Gianni Bonagura, Gianni Agus, Enzo Tarascio, Stefano Madia, Peppe Barile, Angelo Jokaris, Toni Bertorelli, Elio Veller, Adriana Innocenti, Maddalena Rossi, Nino Bignamini, Augusto Zeppetelli, Barbara Chiesa, Fabio Pasquini
scene e costumi di Paolo Tommasi
musiche di Arturo Annecchino
luci di Sergio Rossi
aiuto regista Enrico Protti

aiuto scenografo Antonio Tocchi
aiuto costumista Fulvia Roverselli
collaborazione alle musiche Cristina Cimagalli
assistente alla regia Biancamaria Ragni A.U.D.A.C. Teatro Stabile dell’Umbria

Info

versione italiana di Walter Pagliaro
regia di Walter Pagliaro
con Gianni Bonagura, Gianni Agus, Enzo Tarascio, Stefano Madia, Peppe Barile, Angelo Jokaris, Toni Bertorelli, Elio Veller, Adriana Innocenti, Maddalena Rossi, Nino Bignamini, Augusto Zeppetelli, Barbara Chiesa, Fabio Pasquini
scene e costumi di Paolo Tommasi
musiche di Arturo Annecchino
luci di Sergio Rossi
aiuto regista Enrico Protti
aiuto scenografo Antonio Tocchi
aiuto costumista Fulvia Roverselli
collaborazione alle musiche Cristina Cimagalli
assistente alla regia Biancamaria Ragni

A.U.D.A.C. Teatro Stabile dell’Umbria


“Labiche infrange quelle regole, risalenti per vie più o meno spurie alle tre unità pseudoaristoteliche, della ‘pièce bien faite’, le quali vogliono che, una volta impostata l’azione con un certo numero di personaggi, non si faccia più ricorso né a personaggi nuovi né a situazioni che non fossero implicite in quella posta come punto di partenza. Con Labiche invece i personaggi nascono come funghi, e quando non sono personaggi, sono situazioni, addentellati, complicazioni. In alcuni casi, come nella ‘Cagnotte’, sono ambienti, con l’inevitabile contorno di tipi: infatti nel primo atto di questa commedia, eccoci in un salotto borghese di provincia, nel secondo in un ristorante parigino, nel terzo in un commissariato di polizia, nel quarto nei locali d’un’agenzia matrimoniale, nel quinto in una strada popolare dove c’è un edificio in costruzione. Una simile mobilità fa pensare, più che non a Shakespeare, alla rivista. Ne deriva che le commedie di Labiche hanno un moto vertiginoso. E anche le soluzioni, per quanto facili, per quanto miracolistiche, grazie alla futilità del tema fondamentale e alla perfetta orologeria del meccanismo dei nessi, non danno mai l’impressione di forzato, di voluto, come spesso accade nelle commedie a intrigo. Sono una ennesima piroetta”. (Dall’introduzione di Gian Renzo Morteo al testo pubblicato da Einaudi)





Stagioni precedenti

— Spoleto, Teatro Caio Melisso XXXIII° Festival dei Due Mondi, Sab 30 Giu