Isadora e
le altre
Ritratti di protagoniste della danza
Ciclo di Incontri a cura di: ENZO CORDASCO ricercatore in Arti dello Spettacolo ANGELA MARGARITELLI esperta in Arti dello Spettacolo - Centro Studi del TSU
BIBLIOTECA SAN MATTEO DEGLI ARMENI Via Monte Ripido 2 Perugia 075 5773559 - bibliotecasanmatteo@comune.perugia.it
BIBLIOTECA SAN MATTEO DEGLI ARMENI
mercoledì 28 febbraio ore 17.30Isadora Duncan e Mary Wigmanla divina e la stregaPrecedute da un’introduzione sul passaggio dalla civiltà teatrale di fine ‘800 agli inizi del ‘900 e quindi dalla danza accademica a quella libera , accennando ai Balletti Russi, ai teorici della Nuova Era artistica, a Loie Fuller, maga della luce e a Ruth St.Denis, avanzano in scena due donne. La prima è la mitica Isadora Duncan,danzatrice americana di bellezza fulgida e di grazia splendida, che rappresentò il ritorno all’ideale classico. Orientava i propri movimenti al disvelamento completo, quasi nuda e a piedi nudi, sprigionava una sensualità plastica nella sua torsione insieme dolce e scultorea emanando un fascino estatico che fece dire al grande regista del tempo, Edward Gordon Craig, suo futuro marito, che la sua danza fosse un teatro divino. La seconda è Mary Wigman, allieva prediletta e collaboratrice didattica di Rudolf von Laban nella comunità dei danzatori a Monte Verità e sostenitrice della assoluta autosufficienza espressiva e tecnica della danza tedesca.
martedì 20 marzo ore 17.30Martha Graham e la Modern Dancela vera rivoluzionaria del novecentoUna delle artisti più note e citate di tutti i tempi, col suo teatro di danza rivoluzionario, ha creato circa duecento balletti, è stata la madre indiscussa di quella che il critico John Martin, fin dagli anni ’30, definisce modern dance. Una grande interprete e coreografa che partiva dalla concretezza del suo corpo non per dare libero sfogo a sentimenti e passioni in modo incontrollato ma per dare vita a un nuovo linguaggio come messa in forma di una nuova corporeità. Una danza anti-descrittiva, che metteva al bando ogni sorta di sentimentalismo romantico e che era ricondotta alla sua matrice di espressione più sincera della vita. “Il movimento non mente mai”. La sua danza è teatro nel senso classico del termine come lo concepirono i greci, i primitivi, comunicazione con il proprio Destino e la Divinità. Una danza che richiama le origini stesse del teatro: rito e dramma. “La mia tecnica si basa sulla respirazione – diceva – ho costruito tutto quello che ho fatto sul pulsare della vita, che per me corrisponde al pulsare del respiro”.
giovedì 19 aprile ore 18Pina Bausch e il Teatrodanza“balla, balla, altrimenti siamo perduti”
si può ben dire, senza rischio di esagerare, che nella geografia delle arti contemporanee esista un prima e un dopo Pina Bausch: con la sua originale ‘poesia del mondo’, questa autrice fuori dal tempo e dalle mode, ha terremotato il panorama delle arti dal vivo. Non solo ha affrancato la danza dalle seduzioni dell’apparenza, restituendo al corpo una inedita ‘loquacità esistenziale’, nel senso di facoltà di indagare i paesaggi più profondi e oscuri dell’essere ma ha identificato, anche al di là della danza, una zona di comunicazione in grado di toccare nuclei di ricettività presenti in ciascuno di noi e comprensibili in ogni latitudine del globo, a prescindere da consuetudini culturali.
giovedì 17 maggio ore 18Carolyn Carlsonla danza è poesiacon microritratto di Raffaella Giordano
coreografa americana di origine finlandese Carolyn Carlson fu una delle ballerine del Nikolais Dance Theatre . A partire dai primi anni ’70 sperimenta una via personale al movimento e alla coreografia, caratterizzata da un’assoluta valorizzazione della dimensione intima e soggettiva dell’esistenza. Per la Carlson, influenzata dalle filosofie orientali alla ricerca di una dimensione più intima del sè, la vita è in stretta connessione con il mondo dell’arte e il rapporto dell’uomo con l’universo si realizza solo a partire dal soggetto e dalla sua emozionalità. Scrive, infatti: “Non ci sono frontiere tra la coreografia, il fatto di danzare e quello di vivere. Il gesto è bello solo se motivato dalla verità interiore”. Questo ‘teatro della soggettività’ porta la danzatrice a concepire la danza come poesia, una poesia fatta di gesti, una poesia visiva ed emotiva. I suoi gesti sono mitici, come i poeti lei scrive con il corpo, come i pittori lei disegna il movimento.Segue un microritratto della sua “allieva” Raffaella Giordano con la sua personalissima danza d’Autrice.
Ciclo di Incontri a cura di: ENZO CORDASCO ricercatore in Arti dello Spettacolo ANGELA MARGARITELLI esperta in Arti dello Spettacolo – Centro Studi del TSU
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