Corale 2020

Corale
2020

dal 15 al 28 agosto - Roma - Preci


Quattro anni fa, con l’idea di ricucire la ferita profonda tracciata dal sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016, il gruppo di Corale, composto da artisti, danzatori, attori e progettisti culturali, ha organizzato in questi anni una serie di residenze ed eventi, esplorazioni del territorio, installazioni e performance, feste paesane, laboratori di differenti discipline, con la volontà di ricreare un sistema di azioni condivise e nuove abitudini grazie al quale la popolazione, costretta ad abbandonare il paese storico, potesse ritrovare il proprio senso di comunità.

Corale 2020 è stato in cammino. Un’azione collettiva/esplorativa che ha percorso 169 km tra Roma e Preci su sentieri antichi e nuovi che collegano la capitale al paese dei Monti Sibillini. Un viaggio a piedi pensato, desiderato e immaginato come traccia nella terra, come solco che segna quell’urgenza di mettere in relazione, di condurre al dialogo il centro e la periferia, la città e il paese, la capitale e le aree interne. Una camminata intesa come gesto artistico/politico (nella più alta accezione del termine), processo di attraversamento e sperimentazione volto ad una progettualità futura, ma anche viaggio nella memoria recente di cosa è stato il progetto Corale in questi anni. L’edizione di Corale 2020, Un Fiume, è stata un viaggio di riscoperta e traduzione del progetto, con l’obiettivo di creare una restituzione editoriale e filmica grazie ad una scrittura corale che sia al tempo stesso opera di narrazione, ma di per sé esperienza artistica e umana. Una ricerca di sintesi che nel processo creativo cerca di connettere arte e paesaggio, comunità locale e comunità temporanea di viaggiatori, donne, uomini e luoghi, umano e selvatico, sperimentando e lavorando sulle tematiche del viaggiare lento e dell’ospitalità. Al gruppo di lavoro composto da artiste e artisti, si sono aggiunte infatti alcune figure necessarie allo sviluppo dell’idea di restituzione e racconto del progetto (dalla nascita nel 2017 all’edizione di quest’anno) che, grazie a competenze specifiche negli ambiti dell’editoria e della produzione video, sono stati scelti per restituire un immaginario, un processo, un desiderio e una complessità, che hanno caratterizzato le azioni di Corale in questi 4 anni di lavoro a Preci.

L’edizione 2020 si è conclusa con l’arrivo a Preci dopo 12 giorni di camminata e con due giorni di residenza, d’incontro e di condivisione con la comunità del paese, organizzando azioni estemporanee volte a rinforzare la relazione tra Corale e i paesani, manifestando e condividendo le motivazioni che hanno spinto ad intraprendere questo viaggio. Un Fiume è la conclusione di una fase, di un percorso pluriennale su Preci che ha visto il rito come elemento connettivo e intimo, come pratica di attraversamento del dolore e delle dinamiche di relazione provocate dal sisma. Un’idea di viaggio coerente e necessaria all’interno dell’elaborazione concettuale e artistica del processo creativo di questi anni, proprio perché attivato in un momento di grande fragilità del collettivo stesso, molto provato dalle restrizioni e dalle sospensioni dovute al Covid 19. La condizione di artisti incerta e delicata da un lato, e la prospettiva di dover lavorare in un contesto pieno di restrizioni e impedimenti dall’altro, ha posto Corale difronte all’impossibilità di pensare di lavorare come gli anni scorsi in una modalità che appariva fuori luogo e fuori tempo. Il viaggio a piedi tra Roma e Preci è stato un modo per andare ad incontrare la comunità di Preci in una forma nuova: il profondo legame che lega Corale a questo luogo e a suoi abitanti meritava un atto che potesse suscitare interesse e che aprisse a delle questioni irrisolte. L’attraversamento di periferie, aree naturali, piccoli borghi e mete di turismo è stato un gesto radicale, una dedica a Preci con l’intento di porre l’attenzione sulle aree interne di un paese già provato dal sisma ed ora aggravato dalla pandemia, portando un vissuto e segnando una via metaforica e reale che potesse porre l’attenzione sulla necessità di connettere i luoghi del potere centrale a quelle aree interne del nostro Appennino.

 

 


La Locandina

Produzione Teatro Stabile dell’Umbria

un progetto di Carolina Balucani, Michele Bandini, Angelo Carchidi, Leonardo Delogu, Hélène Gautier, Ettore Guerriero, Daria Menichetti, Mael Veisse, Serena Olcuire e Alberto Marzo
progetto filmico Arianna Lodeserto e Annalisa Gonnella
progetto editoriale Lilia Angela Cavallo

produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con il sostegno della Regione Umbria e del MiBact, in collaborazione con il Comune di Preci

Info

un progetto di Carolina Balucani, Michele Bandini, Angelo Carchidi, Leonardo Delogu, Hélène Gautier, Ettore Guerriero, Daria Menichetti, Mael Veisse, Serena Olcuire e Alberto Marzo
progetto filmico Arianna Lodeserto e Annalisa Gonnella
progetto editoriale Lilia Angela Cavallo

produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con il sostegno della Regione Umbria e del MiBact, in collaborazione con il Comune di Preci


Quattro anni fa, con l’idea di ricucire la ferita profonda tracciata dal sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016, il gruppo di Corale, composto da artisti, danzatori, attori e progettisti culturali, ha organizzato in questi anni una serie di residenze ed eventi, esplorazioni del territorio, installazioni e performance, feste paesane, laboratori di differenti discipline, con la volontà di ricreare un sistema di azioni condivise e nuove abitudini grazie al quale la popolazione, costretta ad abbandonare il paese storico, potesse ritrovare il proprio senso di comunità.

Corale 2020 è stato in cammino. Un’azione collettiva/esplorativa che ha percorso 169 km tra Roma e Preci su sentieri antichi e nuovi che collegano la capitale al paese dei Monti Sibillini. Un viaggio a piedi pensato, desiderato e immaginato come traccia nella terra, come solco che segna quell’urgenza di mettere in relazione, di condurre al dialogo il centro e la periferia, la città e il paese, la capitale e le aree interne. Una camminata intesa come gesto artistico/politico (nella più alta accezione del termine), processo di attraversamento e sperimentazione volto ad una progettualità futura, ma anche viaggio nella memoria recente di cosa è stato il progetto Corale in questi anni. L’edizione di Corale 2020, Un Fiume, è stata un viaggio di riscoperta e traduzione del progetto, con l’obiettivo di creare una restituzione editoriale e filmica grazie ad una scrittura corale che sia al tempo stesso opera di narrazione, ma di per sé esperienza artistica e umana. Una ricerca di sintesi che nel processo creativo cerca di connettere arte e paesaggio, comunità locale e comunità temporanea di viaggiatori, donne, uomini e luoghi, umano e selvatico, sperimentando e lavorando sulle tematiche del viaggiare lento e dell’ospitalità. Al gruppo di lavoro composto da artiste e artisti, si sono aggiunte infatti alcune figure necessarie allo sviluppo dell’idea di restituzione e racconto del progetto (dalla nascita nel 2017 all’edizione di quest’anno) che, grazie a competenze specifiche negli ambiti dell’editoria e della produzione video, sono stati scelti per restituire un immaginario, un processo, un desiderio e una complessità, che hanno caratterizzato le azioni di Corale in questi 4 anni di lavoro a Preci.

L’edizione 2020 si è conclusa con l’arrivo a Preci dopo 12 giorni di camminata e con due giorni di residenza, d’incontro e di condivisione con la comunità del paese, organizzando azioni estemporanee volte a rinforzare la relazione tra Corale e i paesani, manifestando e condividendo le motivazioni che hanno spinto ad intraprendere questo viaggio. Un Fiume è la conclusione di una fase, di un percorso pluriennale su Preci che ha visto il rito come elemento connettivo e intimo, come pratica di attraversamento del dolore e delle dinamiche di relazione provocate dal sisma. Un’idea di viaggio coerente e necessaria all’interno dell’elaborazione concettuale e artistica del processo creativo di questi anni, proprio perché attivato in un momento di grande fragilità del collettivo stesso, molto provato dalle restrizioni e dalle sospensioni dovute al Covid 19. La condizione di artisti incerta e delicata da un lato, e la prospettiva di dover lavorare in un contesto pieno di restrizioni e impedimenti dall’altro, ha posto Corale difronte all’impossibilità di pensare di lavorare come gli anni scorsi in una modalità che appariva fuori luogo e fuori tempo. Il viaggio a piedi tra Roma e Preci è stato un modo per andare ad incontrare la comunità di Preci in una forma nuova: il profondo legame che lega Corale a questo luogo e a suoi abitanti meritava un atto che potesse suscitare interesse e che aprisse a delle questioni irrisolte. L’attraversamento di periferie, aree naturali, piccoli borghi e mete di turismo è stato un gesto radicale, una dedica a Preci con l’intento di porre l’attenzione sulle aree interne di un paese già provato dal sisma ed ora aggravato dalla pandemia, portando un vissuto e segnando una via metaforica e reale che potesse porre l’attenzione sulla necessità di connettere i luoghi del potere centrale a quelle aree interne del nostro Appennino.

 





Stagioni precedenti

— Roma / Preci - Roma / Preci, da Mar 16 Ago a Dom 25 Set

— Roma / Preci - Roma / Preci, Dom 28 Ago

— Roma / Preci - Roma / Preci, Lun 15 Ago